ISEE carte prepagate: con IBAN e senza
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, meglio conosciuto con l’acronimo ISEE, è un documento estremamente importante per le famiglie del nostro paese, dal momento che riesce a misurarne con accuratezza lo stato economico, distribuendolo su varie fasce.
Ad ogni fascia individuata corrisponde una serie di agevolazioni nei principali servizi di pubblica utilità, come le mense scolastiche, la retta universitaria ed alcune prestazioni sanitarie.
All’interno del documento, che viene redatto annualmente a cura del cittadino a capo del nucleo familiare, rientrano tutti i redditi percepiti dalla famiglia, il patrimonio immobiliare e quello mobiliare nonché i rapporti bancari intestati ad un membro del nucleo familiare.
La presentazione della pratica va effettuata presso un ufficio di assistenza fiscale – CAF – sul territorio oppure facendo richiesta al proprio commercialista di fiducia.
Il documento contenente il valore ISEE si ottiene presentando la DSU – dichiarazione sostitutiva unica – a cui è necessario allegare tutta la documentazione reddituale a corredo della pratica, dai redditi percepiti al patrimonio in banca.
A partire dal Gennaio 2016, in questo computo vanno inseriti dei dati inediti relativi alle carte prepagate in possesso dei dichiaranti: si tratta della giacenza media e del saldo al 31 dicembre di ogni anno. Questi dati sono importanti per valutare le entrate e le uscite su questi strumenti di pagamento e individuare con maggior precisione e veridicità l’indicatore maggiormente rispondente al reale stato patrimoniale della famiglia.
Questi dati erano già disponibili per i conti correnti, la direttiva 363 del 29 dicembre 2015 ha allineato le disposizioni anche alle carte prepagate che, di fatto, costituiscono un’alternativa all’utilizzo del conto corrente, nel caso fossero dotate della coordinata IBAN, utile a ricevere e disporre bonifici bancari in Italia e all’Estero.
Entro il 31 Marzo del 2016, gli istituti di credito italiani e il gruppo Poste, avrebbero dovuto adeguarsi a questa normativa, ma possono ancora oggi essere riscontrate delle difficoltà nel reperimento di questa tipologia di documento, soprattutto per quanto riguarda le carte di pagamento sprovviste della coordinata IBAN.
Carte con IBAN e quelle senza IBAN: come inserirle correttamente in dichiarazione?
Per le carte provviste di coordinata IBAN è piuttosto semplice individuare i dati necessari alla compilazione della richiesta; si tratta di strumenti di pagamento che, a pieno titolo, effettuano funzioni sostitutive dell’operatività di un conto corrente e gli istituti di credito le considerano effettivamente assimilabili anche se si tratta di carte prepagate con importi di giacenza spesso limitati.
Per questo genere di strumenti, i documenti necessari alla compilazione della richiesta, ovvero la giacenza media annuale e il saldo carta al 31 dicembre, sono prodotti in autonomia dall’istituto di credito emittente e vengono consegnati al cliente in formato cartaceo oppure elettronico, in tempo per essere presentati in dichiarazione.
Per le carte prepagate sprovviste di coordinata IBAN il discorso si complica leggermente. Questa tipologia di carte, essendo sprovvista della coordinata di appoggio, non ha un’operatività assimilabile a quella del conto corrente bancario e pertanto viene gestita dagli istituti di credito attraverso procedure operative differenti.
Spesso la documentazione prodotta per questa tipologia di strumenti non è uguale a quella inviata dalla banca per i conti e reperire i dati per compilare correttamente la Dichiarazione Sostitutiva può essere complicato.
Le carte prepagate senza IBAN del gruppo Poste Italiane, ad esempio, mettono a disposizione dei clienti solo il dato relativo al saldo carta al 31 dicembre di ogni anno, non essendo obbligatoria la produzione della giacenza media ai fini ISEE per le prepagate classiche.
In questo caso però, il dichiarante è tenuto comunque alla compilazione del dato per presentare la dichiarazione, pertanto sarà necessario calcolarlo manualmente utilizzando una breve formula matematica:
- Computo delle entrate e delle uscite dell’anno dal 1 gennaio al 31 dicembre
- Risultato dell’operazione da dividere per 365.
Il valore ottenuto dal calcolo va riportato direttamente in dichiarazione.
Il caso particolare dei conti PayPal e delle relative carte di pagamento
PayPal è una nota società che si occupa di fornire servizi di pagamento a vario titolo attraverso il web e con gli anni ha generato un sistema affidabile e molto utilizzato per trasferire denaro con la rete. Essendo un servizio di cui si servono molti cittadini, spesso sovviene ai dichiaranti la perplessità sul dover inserire o no i dati del conto PayPal all’interno della dichiarazione.
Di fatto la risposta arriva direttamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, responsabile delle dichiarazioni ISEE, ed è esplicita rispetto al dichiarare PayPal un mero strumento per il trasferimento del denaro, pertanto il suo bilancio non va inserito in dichiarazione. Un discorso diverso, però, può essere fatto per gli strumenti di pagamento emessi con marchio PayPal.
Tali carte sono a tutti gli effetti delle carte prepagate con funzioni sostitutive di un conto corrente e pertanto la dichiarazione delle loro giacenze deve essere effettuata alla stregua delle carte emesse dagli istituti bancari e dalle Poste.
Carte prepagate da non perdere
Per te che cerchi una carta sicura per gli acquisti online e nei negozi, facile e pratica da utilizzare in Italia e all'Estero, vai alla classifica delle migliori carte prepagate con IBAN.